Spesso se ne sente parlare in modo interscambiabile, ma non sono la stessa figura professionale. Quindi, che differenza c’è tra Utility Manager, Energy Manager e Facility Manager? Ve la spieghiamo noi
Chi lavora nel settore energetico, o comunque come consulente d’impresa, sa quanto è facile fare confusione tra tre figure professionali che stanno emergendo sempre di più come ruoli chiave in azienda: quelli di Utility Manager, Energy Manager e Facility Manager.
Durante la nostra convention di novembre (leggi a questo link il resoconto di come è andata), ma anche durante gli eventi cui il nostro Presidente Federico Bevilacqua ha preso parte negli ultimi mesi (recuperali, cliccando a questo link e a questo link), si è parlato di come questi tre ruoli possano coesistere all’interno di una stessa realtà aziendale, compenetrando le proprie conoscenze e competenze, al fine di gestire al meglio utenze, consumi e contratti.
Ma aleggia ancora un po’ di confusione su chi fa cosa. E allora ecco un nostro breve vademecum per fare chiarezza sul tema. Perché la trasparenza è il primo passo per essere di supporto a chi gestisce un’azienda.
Chi è e cosa fa l’Energy Manager?
Un energy manager è un professionista con competenze tecniche riguardo la gestione del comparto energetico di un’azienda o di un ente pubblico. Il suo compito, cioè, è quello di verificare i consumi, ottimizzandoli, quindi promuovere interventi finalizzati all’efficienza energetica e all’uso di fonti rinnovabili.
Come svolge il suo lavoro? Mediante audit ad hoc, o tramite i report ottenuti da sistemi di telegestione, è in grado di verificare i consumi dell’azienda. Poi, li ottimizza, segnalando manutenzioni, regolandone l’utilizzo, promuovendo presso i dipendenti dei comportamenti ecosostenibili e consapevoli.
Non solo, l’Energy Manager gestisce gli acquisti di energia elettrica, riducendone i costi e promuovendo la corretta gestione dei carichi elettrici, per evitare picchi di potenza che vanno ad aumentare i costi.
È subito chiaro come questa figura professionale sia strettamente collegata al Facility Manager, per quanto riguarda la manutenzione dei sistemi e degli impianti e con l’Utility Manager, per quanto riguarda la chiusura dei contratti di fornitura elettrica.
Chi è e cosa fa il Facility Manager?
Se si parla di manutenzione delle infrastrutture, degli impianti o dei sistemi, allora entra in gioco il Facility Manager: il suo compito è gestire eventuali budget d’impresa destinati proprio all’efficienza energetica dell’azienda. Questa si esplica anche mediante un buon funzionamento dell’impianto fisico o una buona gestione dei servizi aziendali, come i servizi di pulizia, di reception o la mensa aziendale. Si evince facilmente come allora il Facility Manager debba gestire anche il personale preposto ai diversi servizi che un’azienda potrebbe offrire.
Suo compito è anche quello dell’analisi dei risultati di gestione: con davanti il bilancio di previsione e quello consuntivo, dev’essere in grado di valutare eventuali scostamenti tra quanto preventivato e quanto speso, in rapporto ai risultati di efficienza energetica ottenuti. L’obiettivo finale è sempre quello di risparmiare sui costi, ma senza nulla togliere alla qualità del lavoro e del servizio.
La formazione richiesta? Un buon Facility Manager deve avere una base di formazione tecnica, con conoscenze di Ingegneria Gestionale, ma anche di gestione delle risorse economiche di un’azienda.
Chi è e cosa fa l’Utility Manager?
L’Utility Manager è oggi l’unico professionista delle utenze che possiede certificazione delle proprie abilità, conoscenze e competenze nella gestione di forniture di energia, gas e telecomunicazioni. In pratica, questo si traduce in: saper leggere le offerte dei fornitori, le fatture, comprendere le piattaforme di trading, le tecnologie e i vari aspetti fiscali e normativi, fare budget previsionali.
«Competenze non di poco conto – commenta il Presidente di Assium Federico Bevilacqua – Comprendere il mercato, le offerte e i trend significa in sostanza saper gestire i costi e i consumi nel migliore dei modi evitando sprechi di denaro. Pensiamoci: in questo momento di forte rialzo dei prezzi un Utility Manager certificato al proprio fianco probabilmente avrebbe potuto evitare, per alcune aziende, la cassa integrazione, la riduzione della produzione o, in casi più estremi, la chiusura. Aziende nelle quali lavorano persone con famiglie, a loro volta in uno stato di emergenza sul fronte #carobolletta. Il contesto attuale, d’altro canto, ha fatto emergere la fragilità del nostro settore, privo di figure riconosciute e macchiato di cattiva reputazione».
Ecco che qui entra in gioco Assium: «Ci occupiamo come associazione di categoria di nutrire tutte le azioni che vanno nella direzione di operare la sostenibilità delle bollette delle utenze e rafforzare la fiducia negli attori che si occupano di utility management. La nostra mission è dunque quella di aumentare la credibilità e la professionalità degli agenti e dei players che operano nei settori Energia e Telecomunicazioni, promuovendo formazione, networking virtuoso e cultura della consulenza responsabile.
Il nostro obiettivo ultimo? Dopo essere riusciti a istituire in forma ufficiale, mediante norma UNI 11782 del 2020, la figura dell’Utility Manager, ora puntiamo a istituire il Registro Professionale degli Utility Manager, mirando a diventare interlocutore rappresentante degli Utility Manager con le istituzioni».
Possono coesistere sinergie tra Utility Manager, Energy Manager e Facility Manager?
«Devono, assolutamente. L’Utility Manager ha competenze in termini di prezzo, l’Energy Manager (o EGE) invece è molto preparato in tema di efficienza energetica, per esempio. Ecco che queste figure professionali insieme rendono possibile da una parte razionalizzare i consumi, evitando sprechi e dall’altra scegliere piani di spesa personalizzati e pianificabili».
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