«Da soli si è forti, insieme si è vincenti». Daniele Viganò, speaker internazionale e imprenditore, ne è profondamente convinto, tanto da aver portato questo concetto sul palco della nostra ultima convention e averci fornito altri trucchi del mestiere in questa chiacchierata utile per chiunque voglia fare l’Utility Manager con cervello, ma soprattutto cuore
“L’unione fa la forza”: un motto, ma anche il leitmotiv della nostra ultima convention, svoltasi a novembre presso la sede di Confindustria situata nel Kilometro rosso di Bergamo. Sono passati ormai due mesi, ma ancora riecheggiano nella mente tutti i concetti affrontati in quell’importante giornata di networking, in cui avevamo affrontato in modo puntuale le modalità migliori per gestire le utilities, come energia e gas, introducendo anche la questione inerente all’acqua, sempre più in trasformazione da bene di prima necessità a bene di lusso.
Ma avevamo lasciato spazio anche a speech di più ampio respiro, inerenti alle qualità umane che deve avere l’Utility Manager nonché l’azienda che vorrà essere vincente in futuro. E in questo campo, ci aveva “illuminati” (è proprio il caso di dirlo) con il suo discorso Daniele Viganò, scrittore e speaker internazionale, che riguardo a come interfacciarsi con il cliente e al team work aveva consigliato: «Dovete ascoltarlo davvero, farlo sentire importante. Una persona si potrà scordare di quello che le avrete detto, ma mai di quello che farete per lei, e ancora meno di come l’avrete fatta sentire. E poi, impariamo a fare squadra: qualsiasi imprenditore o imprenditrice può fare risultati solo se al suo fianco ha una grande squadra».
Daniele Viganò, tra le altre cose, è anche fondatore di Rocket Sharing Club, innovativa piattaforma digitale in cui gli imprenditori interagiscono per la condivisione di risorse, competenze e idee, quotata alla Borsa di Milano e che da poco ha acquisito Stantup, la piattaforma di outsourcing all-in-one, guidata da Giuseppe Dell’Acqua Brunone, che fornisce gli strumenti per avviare, gestire e far crescere il proprio fornitore di energia.
Lo abbiamo incontrato per continuare il discorso che aveva cominciato in convention, anzi per ampliarlo di nuovi concetti che possono essere utili a chiunque voglia sviluppare una mentalità vincente, nel lavoro e nella vita.
“L’unione fa la forza” era il motto usato come mantra durante la nostra ultima convention, rimasto poi come proposito per un futuro proficuo nel settore energetico e nel mercato del lavoro. Nelle sue aziende, come agisce, come pratica questo motto?
«Mettiamola così: da soli si è forti, insieme si è vincenti. Messi è il più forte giocatore del mondo, ma se andasse in campo da solo non sarebbe così forte, ha bisogno di una squadra a sostegno. Così è per un’impresa. Voi vi occupate di energia, che è una bellissima parola, soprattutto quando la si produce nelle persone. A Rocket facciamo questo: mettiamo in connessione in un club grandi talenti, che sanno fare grandi cose, ma che da soli non possono nulla. In questi anni, hanno gonfiato il mito dell’ego, facendoci pensare che non abbiamo bisogno di nessuno. Ma è una bugia: le più grandi cose sono nate, facendo gioco di squadra».
Personal branding: un Utility Manager spesso lavora per un ente o un’azienda, ma poi dal cliente ci va da solo. Allora come curare la propria immagine per essere ancora più efficace, per ispirare fiducia, per convincere il cliente della bontà della propria proposta?
«Esordisco così: “Vestiti bene e guarderanno la persona, vestiti male e guarderanno il vestito”. Non avremo mai più una seconda occasione per fare una prima buona impressione, quindi essere in ordine e ispirare affidabilità è la prima cosa. Ma soprattutto predisponiamoci ad ascoltare: abbiamo due orecchie per ascoltare il doppio rispetto a quanto parliamo. Ascoltiamo la sua storia in modo attento, di modo che poi la risposta sia cucita sulla base delle informazioni che già abbiamo. La maggior parte degli affari non va in porto perché non ascoltiamo, ma siamo sintonizzati sul nostro ego».
Rocket Sharing Club è una società che si basa sulla condivisione delle risorse: in che modo la condivisione può moltiplicare il successo di un progetto, può moltiplicare il profitto?
«La condivisione porta a performance incredibili e migliori. Poi, la miglior forma di pubblicità è il passaparola: se tu fai sentire bene una persona, la fai sentire importante, questa consiglierà il tuo servizio o la tua impresa a qualcun altro, per un effetto a cascata prodigioso. Ogni persona conosce in media nella sua vita 80 mila persone, pensate grazie alla condivisione che effetto bomba si può ottenere! Ma soprattutto nessuna impresa è proiettata nel passato, nessuno vive dei vecchi clienti: per aprire nuove strade, nuove opportunità, occorre condividere».
Rocket Sharing Club ha da poco acquisito Stantup, azienda che conosciamo bene e che lavora nel reselling del settore energetico, andando sempre più verso un mondo multi-utility: che cosa significa questo?
«Offrire uno o più servizi pubblici per un’azienda è possibile se dietro ha consulenti competenti e preparati professionalmente in modo impeccabile. Voi siete stati tra i primi a lottare perché la figura dell’Utility Manager potesse avere lo stesso valore di un consulente finanziario, immobiliare o assicurativo. Ecco, oggi ci siamo ed è questa la forza del mondo multi-utility».
Oggi nel mondo del lavoro, cosa fa davvero la differenza? Cosa rende una persona una risorsa per se stessa e per l’azienda in cui lavora?
«Quando in quella persona non si spegne mai la voglia di imparare, la sete di formazione continua. La capacità di evolvere, di portare soluzioni e di creare connessioni tra le persone sono i talenti più preziosi, unitamente alla volontà, alla capacità di vedere in ogni giorno un’opportunità di migliorarsi. E infine, il tempo: il tempo è l’unico bene davvero prezioso, qualunque cosa tu faccia, lui passa e se ne frega di tutto e di tutti. Ecco perché è importante capitalizzare ogni istante, facendo qualcosa per la nostra crescita».
In che modo collaborare con l’associazione Assium porta valore aggiunto al suo team e come può portare valore alla collettività?
«Assium è un’associazione che si basa sull’essere umano, che è al centro. È una realtà che crea aggregazione tra tante società e le unisce in nome di un ideale da portare avanti, agendo per il bene della collettività. Questo fa bene anche a noi».
Il suo ultimo bestseller si intitola “7 chiavi per aprire tutte le porte”: queste 7 chiavi sono le tecniche di comunicazione per generare nuovi contatti, presentare la propria idea in modo efficace e attrarre capitali. Le va di condividere con noi le più utili a chi fa il mestiere di Utility Manager?
«Un Utility Manager di fatto lavora nella vendita, che si basa tutta su una buona comunicazione. E la buona comunicazione, lo ripeto, parte da un ottimo ascolto dell’altro: fai sentire l’altro importante, non per prestigio, ma per reale attenzione nei suoi confronti. Non porti in una condizione di superiorità, ma stai al suo livello, facendogli sentire però che sei preparato per aiutarlo, per offrire soluzioni al suo problema. Guardalo negli occhi, ricordati il suo nome: non solo lo avrai fidelizzato, ma è garantito che farà il tuo nome ad altre persone».
Quali sono i valori, i superpoteri, che rendono un semplice capo un vero leader? Cosa può fare oggi un CEO o un leader con ruolo istituzionale per costruire un futuro più equo, sostenibile e trasparente, anche e soprattutto nel settore delle utilities?
«Partiamo da cosa è un leader: non è uno che ti dice di fare le cose e basta, ma ti fa vedere come si fanno, è al tuo fianco nel processo di creazione o produzione. Poi ascolta e sa essere influente, sa prendere le decisioni al momento giusto e sa ammettere quando sbaglia, prendendosi oneri e onori. Questo è un leader e se uno con ruolo istituzionale facesse già la metà di quanto detto, allora saremmo già avviati verso un futuro più equo, trasparente e sostenibile».
Quali sono i valori su cui si fonderà il lavoro di domani, nonché la società?
«L’umanità, intesa come empatia verso il prossimo, ma anche il tornare in contatto con gli altri: i social ci hanno salvati in pandemia, ma ci siamo persi giocoforza qualcosa, e quel qualcosa era la nostra presenza fisica. Ecco, tornerà al centro delle relazioni, perché siamo animali sociali e senza gli altri non possiamo stare. E poi la condivisione dell’energia: chi siamo e cosa sappiamo fare al servizio della comunità. Se lo cominciamo a fare tutti ora, il futuro è già qui».
Per vedere l\’intervento di Daniele Viganò durante la nostra ultima convention, basta cliccare qui sotto: