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Telecomunicazioni: mercato europeo in forte contrazione

Il 12 ottobre è stata pubblicata  la nuova indagine annuale dell’Area Studi Mediobanca sui 27 maggiori gruppi mondiali del settore delle telecomunicazioni (quelli con giro d’affari superiore ai 10 mld di Euro all’anno) negli anni 2016-2020 e nei primi sei mesi del 2021.

Il documento evidenzia un mercato Europeo in forte contrazione in questo settore (-0,5%), specialmente se paragonato al resto del mondo dove si riscontra nella prima metà del 2021 quasi ovunque una crescita (in media del 4,8%) rispetto alla prima metà del 2020 segnata evidentemente dagli effetti della ben nota pandemia.

Particolarmente colpito il settore della telefonia mobile che nel 2020 registra un calo del -1,9% a livello di fatturato aggregato dei 27 pricipali operatori mondiali, a fronte di un aumento senza precedenti del volume di traffico dati su connettività mobile (in particolare in Europa: +63% in Spagna, +56% Italia, +44% Germania, +32,5% Francia e +32,3% UK).

In Italia in particolare i ricavi delle telco nel 2020 hanno registrato un -5,9% per il mobile e un -3,8% per la rete fissa. Anche nella prima metà del 2021 continua la discesa: i ricavi aggregati dei principali operatori italiani sono scesi del -1,8%, e la rete mobile si conferma ancora in maggior difficoltà (-5,4%) rispetto alla fissa. All’Italia spetta inoltre il podio dei prezzi telefonici più bassi a livello europeo che beneficia sicuramente i clienti ma che pone altrettanto sicuramente una forte pressione sulla marginalità degli operatori.

 

TIM (business unit italiana) è prima per fatturato (€12 mld; -8,4% sul 2019) davanti a Vodafone

(€5,1 mld; -9,4%), Wind Tre (€4,9 mld; -3,7%) e Fastweb (€2,3 mld; +3,6%), con Iliad in 5°

posizione (€0,7 mld; +58,3%). Escludendo le start-up (Iliad e Open Fiber) e le più piccole Eolo,

PosteMobile e Linkem, nel quinquennio Fastweb è l’unica a crescere (+28%), con investimenti

industriali superiori alla media italiana.

Wind Tre è l’operatore con l’ebit margin più elevato (17,4%) seguito da BT Italia (16,6%) e TIM

(13,4%), con gli utili di Wind Tre in spolvero (+414%) grazie ai minori interessi passivi iscritti a

bilancio dopo la ristrutturazione dell’indebitamento realizzata nel 2019.

 

A questo trend in discesa contribuisce probabilmente anche un rallentamento del mercato mobile “human” che, raggiunta la saturazione, registra un numero di accessi in costante diminuzione. Dove invece si evidenzia con continuità una forte espansione è nell’ambito delle SIM “M2M”(Machine to Machine), in particolare con il crescere delle applicazioni IoT legate anche (ma non solo) allo sviluppo dell’industria 4.0 e a tutte le tematiche afferenti al mondo Smart Cities (Smart Lighting, Smart Parking, Smart Traffic, …).

E’ questa infatti una delle aree in cui gli operatori stanno dirottando i maggiori investimenti sia in termini di infrastruttura (sviluppo della rete 5G) che di servizi.

Lo studio di Mediobanca sottolinea infine come l’inasprimento del contesto competitivo e la necessità di nuovi investimenti volti all’implementazione su larga scala del 5G e all’incremento della diffusione della fibra rendono improcrastinabile per il settore l’esigenza di cogliere le opportunità di crescita provenienti dalle nuove tecnologie digitali (tra cui cloud, AI e servizi ict) nel prossimo futuro.  Nei prossimi post esamineremo più in dettaglio le mosse degli operatori in tal senso.

 

Francesca Mazzoni, CAPCOST Srl