Assium – Associazione Italiana Utility Manager

Stop alla fuga dei dati privati di utenti luce e gas dai gestori pubblici

Assium telemarketing abusivo

Assium è stata protagonista della conferenza-denuncia dello scorso 18 luglio presso la Sala Conferenze Stampa della Camera dei Deputati, promossa insieme alle associazioni A.R.T.E., Assocall, Assocontact, Consumerismo e Oic. Si tratta della prima azione congiunta e condivisa tra associazioni che denunciano pratiche illegali e fraudolente di telemarketing a danno non solo degli utenti, ma anche degli operatori che agiscono in modo trasparente

Capita a tutti, ogni giorno, di ricevere diverse chiamate da parte di presunte associazioni di tutela dei consumatori, noti fornitori o distributori regionali di energia, che per convincerci a cambiare fornitore per un’offerta più vantaggiosa, avvalorano la loro autenticità, fornendoci dettagli su dati personali quali nome, indirizzo di fornitura, codice fiscale, codice cliente, codice IBAN… In molti casi, viene addirittura comunicato di operare in qualità di corriere per la consegna di un assegno a titolo di rimborso, previa autenticazione tramite codice OTP spedito al recapito mobile, anch’esso in loro possesso.

Tutto questo è una truffa che sta assumendo proporzioni fuori controllo. Per questo, lo scorso 18 luglio presso la Camera dei Deputati, Assium, nella persona del Presidente Federico Bevilacqua – insieme alla associazioni A.R.T.E., Assocall, Assocontact, Consumerismo e Oic, che rappresentano il mondo dei Resellers e Traders di Energia, degli Utility Manager, dei Contact Center in Outsourcing, dei Business Process Outsourcer, nonché le associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori -, ha partecipato alla conferenza stampa “STOP ALLA FUGA DEI DATI PRIVATI DI UTENTI LUCE E GAS DAI GESTORI PUBBLICI”, moderata da Luigi Gabriele, presidente dell’associazione Consumerismo: “Il nostro scopo, lo scopo di quest’azione congiunta e condivisa è stato quello di denunciare una pratica illegale e fraudolenta, che danneggia non solo gli utenti, ma anche gli operatori legali che cercano di svolgere il proprio lavoro a favore di un mercato trasparente ed equo per tutti – introduce Gabriele – Ci sono dei buchi nel sistema informativo integrato, che andrebbero meglio vigilati e tutelati dalle istituzioni. Ecco perché siamo qui”.

“È questione di poche ore: un utente che ha appena cambiato fornitura si vedrà richiamato al più tardi l’indomani da un altro operatore, che sarà in grado di presentargli una nuova offerta, fornendo tutti i suoi dati sensibili – spiega Diego Pellegrino, portavoce di A.R.T.E. – E facendo una semplice ricerca su Facebook esistono decine di gruppi in cui la rivendita di questi database è fatta alla luce del sole: una pratica che va fermata il prima possibile”.

“Mi chiedo come sia possibile che siamo arrivati a questo – aggiunge Leonardo Papagni, Presidente di Assocall – Ovvero che un sistema informativo integrato come quello creato nel 2010, che raccoglie tutti i dati utili a rintracciare più velocemente e meglio chi opera nel sistema, regolamentati secondo il GDPR, oggi venga depredato in modo fraudolento e illimitato”. 

Non solo, Papagni ha posto l’accento anche sul cosiddetto “CLI spoofing”, ovvero la tecnica illecita che consente ai call center di modificare il proprio numero, in modo che l’utente visualizzi sul proprio dispositivo un numero diverso da quello reale, spesso di provenienza extra UE, rendendo impossibile il rintracciamento, quindi l’eventuale denuncia.

La sensazione è che tutti gli sforzi fatti per rendere più legalizzata e controllata la gestione del mercato delle utenze si siano ritorti contro il sistema: “L’approccio sistemico per risolvere questa situazione è quello vincente – commenta Lelio Borgherese, Presidente di AssocontactOvvero a problemi complessi, dobbiamo rispondere tutti insieme uniti con soluzioni complesse. Ci siamo riuniti per sollevare la questione, quindi per denunciare una situazione che non va, ma anche per proporre soluzioni concrete, come il codice di condotta, che verrà varato a breve insieme al garante della privacy, che impone una serie di comportamenti virtuosi nel trattamento dei dati dei cittadini, o la normativa per combattere il CLI spoofing, impedendo a chiunque di camuffare i numeri telefonici. Tutto questo, è chiaro che passa sempre da un comportamento virtuoso di tutti coloro che operano nel settore”.

“Lo scorso mese quattro società sono state multate pesantemente per aver svolto azioni di telemarketing selvaggio – ha dichiarato Federico Bevilacqua, Presidente di Assium, durante la conferenza – A nome di tutte le società e dei professionisti che appartengono all’ecosistema virtuoso di Assium auspico che questo sia solo il primo di numerosi interventi necessari non solo per contrastare questa pratica invadente e illegale, ma anche per tutelare chi come noi opera in modo corretto e si sente quindi appoggiato nella missione di formare e certificare una figura professionale, quella dell’Utility Manager, che sia in grado di agire con competenza e responsabilità nella gestione dei contratti di fornitura.

La giornata di oggi segna un passo in avanti verso la dignità professionale e la ricostruzione della reputazione del settore dell’utility management, arrivata ormai sottoterra. Ringrazio l’onorevole Luciano Ciocchetti e le associazioni che con Assium si impegnano a testimoniare tutte insieme che il settore non è marcio, ma vanno individuate ed eliminate le mele marce. Insieme al Garante e alle istituzioni, possiamo accelerare il processo e dare sicurezza ai consumatori e dignità ai professionisti del settore dell’Utility Management”.

La conferenza – denuncia è stata voluta anche per sottolineare un altro importante passaggio: chi opera, mettendo in atto queste tecniche illegali e fraudolenti, viola la privacy, quindi di fatto viola il codice penale: “I dati parlano chiaro – illustra l’avvocato Gianluca Di Ascenzo, Presidente di Oic – Come noto, il Garante della privacy ha dichiarato che nonostante le 256 multe effettuate da quando il GDPR è attivo, per un ammontare complessivo di 123.369.569 milioni di euro, si contano ugualmente circa 4 mila segnalazioni ricevute al mese da parte dei cittadini. Quindi, è evidente che le azioni individuali di ciascuna associazione ancora non hanno funzionato: era necessaria quest’azione congiunta per segnalare alle istituzioni che la misura è colma”. 

“Tutti gli interventi fatti finora per arginare e risolvere questa situazione è evidente che non hanno funzionato – commenta l’onorevole Luciano Ciocchetti – Quindi, ho accolto questa richiesta affinché questa presa di posizione forte da parte di tutti gli attori del sistema porti davvero a un’opportunità per tutelare gli utenti da queste pratiche illegali. Il mio compito sarà quello di portare questo esposto – denuncia all’attenzione delle istituzioni con un’interpellanza parlamentare, che possa originare un’azione legislativa”. 

“Concludendo, il vero problema è che si è entrati troppo nella vita privata delle persone – chiosa Gabriele – Siamo arrivati al paradosso: una persona che conosco ha rifiutato una chiamata da un numero sconosciuto, credendo fosse un call center molesto, quando invece era un conoscente che lo avvisava del ricovero in ospedale di una persona cara. Ritengo inammissibile che le persone non possano più disporre del proprio telefono in modo libero”.

A fine conferenza, quindi, i rappresentanti di ciascuna associazione hanno sottoscritto il testo dell’interpellanza parlamentare, sottoposta nell’immediato al Governo proprio per segnalare i disagi relativi al furto di dati personali e alle azioni di telemarketing aggressivo che rischiano di far implodere l’intero settore, richiedendo dunque una tutela immediata.

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I partecipanti alla conferenza presso al Camera dei Deputati. Da sinistra verso destra: Federico Bevilacqua di Assium, Luigi Gabriele di Consumerismo, l\’onorevole Luciano Ciocchetti, Leonardo Papagni di Assocall e Diego Pellegrino di A.R.T.E.

Per vedere la conferenza integrale, segui la nostra pagina YouTube e clicca su questo link.

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